domenica 27 settembre 2009

Adamello di bianco vestito

Fuori dalle classiche stagioni turistiche la montagna regala sempre emozioni ed avventure straordinarie.
Questa volta si parte, in un sabato di fine settembre, in direzione del Ponte del Guat (1.528 m), punto di partenza dei sentieri che conducono al Rifugio Gnutti. Ma la nostra meta oggi non è il rifugio, quindi passiamo e procediamo in direzione del passo Adamello, attraverso la via Terzulli, per arrivare al Bivacco Ugolini, buttato li su un bastione di roccia affacciato al Pian di Neve ed al cospetto del monte Adamello.
Un tempo incerto ci accompagna nel lungo avvicinamento che, oltrepassato il rifugio, ripercorre tutta la ripida morena fino ad arrivare all'attacco della via Terzulli, via normalmente non impegnativa, ma che "fuori stagione" puo' riservare piacevoli sorprese che la rendono un po' più impegnativa ma anche molto più divertente (roccia umida da pioggia; neve; ghiaccio...).
Arrivati al bivacco, giusto il tempo di sistemarci un po' e quel tempo incerto che ci ha accompagnato nella salita fin qui, si tramuta da prima in una leggera pioggerella, e poi in una decisa nevicata, che ci accompagna per tutta la serata e gran parte della notte, trascorse nella solitudine e nel silenzio assoluto di questo bivacco a 3'200 m di quota.
Consumata una rapida cena a base di pane, formaggio e thè, ci mettiamo in branda con la speranza che la notte liberi il cielo dalle nuvole, regalandoci un cielo limpido per domani mattina.
E così è...usciti dal bivacco alle 7.00 la mattina dopo, troviamo circa 15 cm di neve caduta nella notte, ma soprattutto ci troviamo il sole che stà nascendo oltre le cime, innondando di un rosso/arancio intenso il Pian di Neve ed il suo gendarme più alto: l'Adamello.
Nonostante la neve caduta nella notte abbia imbiancato le rocce rendendole scivolose, decidiamo di raggiungere la vetta attraverso la cresta sud-ovest con una arrampicata divertente in condizioni quasi invernali, che in circa 1 ora e mezzo ci porta alla croce con campana che segna la vetta, di fronte ad un panorama mozzafiato.
La discesa richiede ancora più attenzione della salita, le rocce si fanno scivolose anche per la presenza di alcuni tratti ghiacciati soprattutto ripercorrendo in discesa la via Terzulli prima di riprendere la lunga morena che ci riporta al rifugio Gnutti e da li al Ponte del Guat, stanchi ma soddisfatti per aver vissuto questo anticipo di inverno sul monte Adamello.