lunedì 25 maggio 2009

L'Ortles: il Re delle Alpi Orientali

Sono le 2.15 quando dopo due ore di sonno e una rapida colazione in macchina ci avviamo con gli sci ben piantati sullo zaino lungo il sentiero che dal santuario di Tre Fontane (Trafoi) porta fino al rifugio Borletti.
Avvolti dalle tenebre di una notte senza luna, illuminiamo con la luce delle nostre frontali solo la porzione di sentiero che scorre sotto i nostri scarponi mentre saliamo e ci avviciniamo al rifugio con la neve che progressivamente aumenta fino a permetterci di indossare gli sci.
Quando arriviamo al Borletti il rifugio si è già svegliato e qualcuno sta già iniziando a prepararsi per la salita verso la vetta dell’Ortles.
Superando alcune grosse slavine scese dai ripidi pendii sovrastanti, ci si inoltra nel vallone di Plaies e quando il sole sorge, i suoi raggi illuminano attorno a noi un ambiente duro e austero, con enormi seracchi sospesi sopra le nostre teste.
La salita è molto impegnativa, le pendenze sono elevate e non c’è molto margine di errore......occorre rimanere sempre molto concentrati ed attenti alla presa che lo sci fa sulla neve dura e ghiacciata.
Alla fine di una di queste pareti sbuchiamo sulla cresta nei pressi del bivacco Lombardi a quota 3.316 m, con sullo sfondo l’enorme parete nord dell’Ortles che appare come una lunga colata verticale di ghiaccio che parte dalla vetta e arriva fino alla base della montagna senza quasi mai perdere nulla della propria verticalità.
Percorrendo la via normale si supera un'altra parete con pendenze sostenute che porta alla calotta sommatale della montagna, da dove già si può vedere la croce di vetta, la meta della nostra giornata, che si raggiunge direttamente con gli sci nel punto più alto a 3.905 m.
Nonostante il vento che sferza la vetta, il cielo è terso e lo spettacolo visivo da emozioni che compensano la fatica fatta, la sveglia all’1.30 del mattino ed i 2.300 m di dislivello.
In discesa, la neve mantenuta dura e ghiacciata dal vento ci costringe ad una discesa impegnativa, con le lamine degli sci perennemente impegnate ad arpionarsi al pendio ad ogni curva.
Una volta ritornati al rifugio, scaricate la tensione e l’adrenalina accumulate nella salita (e nella discesa), resta la soddisfazione e la convinzione di aver fatto una cosa per noi grande, come grande è questa montagna: l'Ortles: il Re delle Alpi Orientali......